HomeCelebrity StyleBorsa Gucci Bamboo: cult nato dalla necessità

Borsa Gucci Bamboo: cult nato dalla necessità

La borsa Gucci Bamboo è senza dubbio uno dei modelli più rappresentativi della maison fiorentina. La sua forma è sinuosa e arrotondata, disegnata a guisa di sella (in omaggio agli articoli da equitazione per i quali è nata la maison). All’interno è presente un astuccio con uno specchio; la struttura è rigida e le dimensioni ridotte fanno rima con stile ed eleganza.

Ma la sua riconoscibilità, il suo vero tratto distintivo è dato dagli accessori, mantenuti intatti nel corso delle stagioni, che le hanno dato il nome e ne hanno caratterizzato l’identità: il manico e la chiusura in bambù.

La borsa Gucci Bamboo StileDesign stileitaliano stiledesign.it
Un esemplare della iconica borsa modello Bamboo in pelle stampata, con manico e chiusura in bambù. ©Sailko by Wikimwdia CC-BY-3.0

Un cult nato dalla necessità

La borsa Bamboo, in origine chiamata con il suo codice di prodotto 0633, nacque nel 1947 da una intuizione di Guccio Gucci, fondatore della maison.

A causa delle restrizioni dovute alla guerra e della conseguenti difficoltà di approvvigionamento di pellami per la produzione di borse e valigeria, Gucci pensò di introdurre dei materiali insoliti per quel tempo.

L’utilizzo di lino, juta, canapa e, soprattutto, canna di bambù, proveniente dal Giappone, fu la dimostrazione di come si potesse sopperire alla mancanza di materie prime tramite l’ingegno e la fantasia.

La scelta del bambù non fu dettata solo dai costi più contenuti e dall’accessibilità, ma anche dalle sue caratteristiche intrinseche: leggerezza e robustezza, unite alla duttilità.

Accessori in bambù Gucci StileDesign stileitaliano stiledesign.it
Accessori e manici in bambù utilizzati per le borse. Foto ©Mathieu Lebreton, Flickr-CC BY 2.0

La piegatura dei culmi di bambù in forma semicircolare avveniva, e avviene ancora oggi per mano di artigiani specializzati, attraverso il riscaldamento a fuoco vivo, in modo tale da mantenere la loro forma una volta raffreddati. Successivamente il materiale veniva rivestito con diversi strati di lacca, per proteggerlo e lucidarlo, e poi tostato, per ottenere una tonalità brunita. Una volta ultimata la lavorazione, i manici, veri e propri pezzi unici, venivano fissati alle borse tramite staffe metalliche.

Il modesto bambù si rivelò una scelta di successo: rappresentò un’innovazione, tecnicamente funzionale, esteticamente interessante ed estrosa, tanto che la borsa conquistò subito l’attenzione del jet set internazionale.

Utilizzatori celebri

Ingrid Bergman fu la prima a portarla sul set cinematografico di Viaggio in Italia (quella indossata nella pellicola aveva una forma più squadrata rispetto a quella che conosciamo oggi); Vanessa Redgrave ne indossava una in Blow-up.

Negli anni ’50 e ’60 furono molte le celebrità che indossarono la borsetta dal fascino esotico, contribuendo a generare un mito vivo ancora oggi, una delle creazioni più iconiche e longeve del marchio. Lo scorso anno la borsa è stata vista al braccio di Harry Styles, oltrepassando così i confini di genere e le etichette culturali.

Evoluzione della borsa

Gucci continuò a proporre la borsa in tessuti e finiture differenti, come la versione in raso, senza mai però stravolgerne realmente il design.

Nel 1991 lanciò un nuovo modello dalla forma rettangolare, caratterizzata da due manici, sempre in bambù. Diventò una delle borse preferite da Diana Spencer (rilanciata nel 2021 da Alessandro Michele, con il nome di Gucci Diana).

Anche Tom Ford, prima, e Frida Giannini hanno subito il fascino della Bamboo Bag. Durante i loro rispettivi mandati come direttori artistici, hanno dato il proprio contributo all’interpretazione, lanciando nuove edizioni in colori e materiali diversi e aggiungendo nuovi modelli che avevano come leit motiv l’inconfondibile manico in bambù.

Nel 2010 Gucci ha dedicato alla celebre borsa iconica la mostra Bamboo Forever: oltre 64 anni di storia, ripercorsi attraverso i modelli vintage degli archivi fiorentini e testimonianze fotografiche.

Gucci Bamboo 1947

Con Alessandro Michele, direttore creativo dal 2015 al 2022, la conversazione tra l’eredità del passato e il presente di Gucci ha assunto un ruolo fondamentale.
La sua estetica rivoluzionaria, centrata sulle contaminazioni espressive, su un caleidoscopico mix di epoche, linguaggi e identità, ha trovato terreno fertile nella volontà del brand di ricalibrare i suoi codici identificativi in favore di una filosofia dirompente, che punta ad attrarre un mercato importante: i millennial e la Gen Z.

L’ossessione personale per le borse (le ha disegnate per Gucci dal 2002), che considera veri oggetti divinatori, l’idolatria per il passato, la “mania di conservazione delle cose” hanno fatto il resto.

Nella primavera del 2021, in occasione dei cento anni di storia del marchio, Alessandro Michele ha lanciato la Gucci Bamboo 1947.

Gucci Aria

La nuova edizione della borsa fa parte della collezione Aria, ricca di rimandi e citazioni al patrimonio e agli elementi identificativi del marchio.

L’inserimento dell’anno di nascita nella denominazione della borsa è indice della sua volontà di celebrare, esaltare un’icona e la sua storia, lunga oltre 70 anni.

Ma è anche un nuovo punto di partenza, il suo, attraverso il quale costruire nuovi ricordi, nuovi investimenti emotivi, in osservanza al principio delle “conversazioni possibili tra le cose”, che sta alla base del suo lavoro.

Colori e materiali della Gucci Bamboo 1947

La borsa, nella sua nuova veste celebrativa, è stata presentata in tre dimensioni, con tinte più audaci (oltre alle classiche nero e cuoio), come verde kelly, verde pistacchio, azzurro intenso, rosso, rosa, giallo calendula, insieme a quella con il monogramma GG.

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Alcuni tessuti e pellami con il celebre monogramma Gucci ©Mathieu Lebreton. Flickr-CC BY 2.0

Le versioni più preziose sono in coccodrillo, pitone e struzzo, anch’esse proposte in varianti neutre o più vivaci. È presente anche una tracolla intercambiabile con il classico motivo Web a righe rosso-verde e rosso-blu.

Non sono mancate alcune edizioni speciali della Bamboo, come quella con il manico a forma di frustino da equitazione o quelle customizzate con motivi geometrici e pattern dai colori in contrasto.

Per la campagna di lancio della Gucci Bamboo 1947 Alessandro Michele ha chiesto ad alcuni artisti internazionali, fotografi, illustratori, videomaker e performer vari (persino un balloon artist), di esprimere la propria visione della borsa attraverso la loro arte.

Maddalena Arcelloni, Theo Liu Xiangyu, Suzanne Sarnoff, Juan Francisco Bertoni, Nico Ito, Masayoshi Matsumoto sono alcuni dei nomi. Attraverso uno sfaccettato prisma creativo la borsa rivela così le sue molteplici personalità, la sua essenza moderna e il suo spirito innovativo, capace di attrarre un pubblico eterogeneo.

Gucci Exquisite

La Gucci Bamboo 1947 trova un ruolo da protagonista anche nella collezione A/I ’22-’23 Exquisite, presentata in una versione in cui gli elementi tradizionali come il bambù  coesistono con elementi forti come le borchie e le punte metalliche, confermando che le contaminazioni espressive producono risultati seducenti.

Attualmente la Bamboo Bag, insieme alle altre icone, passate e recenti, che hanno fatto il successo della maison, è protagonosta della mostra Gucci Cosmos, a Shanghai. Gli esemplari esposti provengono dall’Archivio Gucci di Firenze. La mostra è curata da Maria Luisa Frisa, critica e fashion curator. Fino al 25 giugno sarà possibile entrare nel mondo creativo di Gucci attraverso i suoi 102 anni di storia.

Per capire come si rinnoverà l’eredità di Gucci, come proseguirà lo straordinario viaggio creativo costellato di icone indimenticabili, bisognerà aspettare settembre 2023, quando il nuovo direttore creativo, Sabato De Sarno, debutterà con la sua prima collezione firmata Gucci durante la Fashion Week milanese.

Alessandra Parisi

 @Stiledesign. Riproduzione riservata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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